Exor lascia Piazza Affari dopo un rally che da 6 euro ha portato i titoli a 60 euro

Economia

Quotata nel 2009 a seguito della fusione delle holding della famiglia Agnelli, Ifi e Ifil, la società sarà ora quotata solo ad Amsterdam

Dopo oltre un decennio Exor lascia Piazza Affari. Lo fa dopo una trasformazione epocale e una valanga di operazioni che hanno ridisegnato l’impero della famiglia Agnelli. A seguito degli annunci fatti negli scorsi mesi, la società ha comunicato che è ormai effettivo il delisting delle azioni ordinarie da Euronext Milan. I titoli Exor continueranno a essere quotati esclusivamente su Euronext Amsterdam.

Si chiude qui, dunque, dopo oltre un decennio il percorso di Exor a Piazza Affari. Un arco di tempo più volte portato come esempio dallo stesso John Elkann nel raccontare la storia della holding e la sua metamorfosi. Che, per chi ha scelto di investire, ha rappresentato un ottimo investimento: «Per ogni euro investito ne sono stati ricevuti 10», ricorda spesso lo stesso John Elkann nelle occasioni pubbliche. Del resto i numeri raccontano proprio questo. La società, nata dalla fusione di Ifi, Ifil e altre società della famiglia Agnelli, al momento della sua nascita, nel marzo del 2009, in Borsa vedeva i titoli valere meno di 6 euro. Lascia Piazza Affari con una quotazione di 60 euro circa. Nel 2009 il Nav di Exor era di 3,1 miliardi, l’ultima semestrale vede lo stesso dato attestarsi a 25,5 miliardi di euro.

A livello di composizione dieci anni fa il portafoglio era per il 62% concentrato in quattro grandi società: Fiat Group (29%), Sgs (19%), C&W (9%) e Intesa Sanpaolo (5%), con il 38% che proveniva da altre partecipazioni. Oggi, solo una di queste 4 società è ancora nel portafoglio di Exor, Fiat, ma si è trasformata dando vita a quattro partecipazioni chiave: Stellantis -0,06% , Ferrari -0,68% , Cnh Industrial +1,42% , Iveco Group +1,93% e altre partecipazioni.